sabato, febbraio 02, 2008
Mad world
E tu che cosa vuoi?
 
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giovedì, gennaio 31, 2008
Il senso della vita spiegato con argute metafore dal sapore nostalgico
Il piccolo dado di gomma era convinto che tutto il suo mondo si esaurisse nel continuo rotolare dal letto alla porta e dalla porta al letto, come se l'intero universo fosse sorretto dalle mani del bimbo che non si stancava mai di lanciarlo.

Il giorno in cui finì dietro la scrivania fu la fine di tutto.
 
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lunedì, maggio 28, 2007
La bellissima storia della mia palla di neve
allora... dunque...
Frequentavo le medie, in quell'anno; andai a scuola un giorno d'inverno, con la neve alta che faceva ciock ciack sotto le scarpe.
Arrivato a scuola la trovai chiusa. La maggior parte dei prof veniva da fuori e con le strade ghiacciate erano rimasti a casa, per cui noi tutti si restò nel cortile della scuola, a racattare neve e a lanciarcela addosso.
Io tentavo di fare una grossa palla di neve e cominciai ad accumulare neve.
Accumulare, accumulare...

Il gruppo si disperse e si tornò a casa; intanto io continuavo a tenere la palla di neve che ora aveva una certa dimensione, e nel tragitto aggiungevo neve, ancora, e ancora... ormai la tenevo con due mani.
Arrivato a casa la poso nel giardino sul retro, faceva fatica portarla in mano e aggiungevo neve, ancora e ancora...

Poi mi sono rotto, sono entrato in casa e l'ho guardata sciogliersi dalla finestra



FINE
 
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domenica, novembre 26, 2006
Gears of War
Uno dei migliori spot di un videogioco mai fatti.


 
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lunedì, giugno 19, 2006
Ego II
Ego II
 
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Free as a bird

Le piagge, Pisa, giugno 2006
 
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giovedì, giugno 15, 2006
Nuit

Edvard Munch, Notte bianca (White Night)

Stanotte c'è qualcosa che non va in me...
 
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lunedì, maggio 29, 2006
Racconti tra le dita - uno
C'era una volta un canguro che viveva nella foresta con un pangolino a cui aveva subaffittato un appartamento troppo grande per lui che, trattandosi di una foresta non era altro che una grotta piuttosto umidiccia ma comunque accogliente.
Un giorno, mentre vagavano alla ricerca di muschi e licheni (il pangolino) e di frutta di stagione (il canguro), si imbatterono in una bella principessa, un po' confusa, disorientata (da qualche luce indecisa) e che non capiva bene com'era finita lì. La accompagnarono nella loro caverna o grotta, che dir si voglia e, dopo averla ristorata, la fecero riposare su un materasso di stalagmiti che, a detta del pangolino, temprano lo spirito e il corpo.

Risvegliatasi tutta incriccata, ricordò quanto le era accaduto: ricordò che tentava di fuggire da un amico del cugino che, invaghitosi di lei, la tampinava ogni momento; così un giorno, per sfuggire al suo ennesimo inseguimento si lanciò nell'ascensorino passavivande che casualmente proprio quel giorno era a riparare.
La principessa si lanciò, ma cadde rovinosamente.
Si rialzò... e mentre tentava di uscire dalla stalla dov'era finita, inciampò nella radice di un albero che fuoriusciva dal terreno e scivolò giù per la collina, fino ad arrivare nel bosco, battendo la testa contro un albero.
E lì rimase, finchè non la trovarono i nostri due amici.

Ora però restava il problema di tornare al palazzo dove avrebbe ritrovato il pestifero corteggiatore, Così i nostri due amici pensarono bene di aiutarla, accompagnandola dal saggio gufo, che avrebbe trovato un rimedio per abbassare il livello di testosterone del ragazzo.
Il pangolino, che già pregustava di poter utilizzare il suo set di mannaie per ovviare al problema dovette rinunciarvi e si unì nel viaggio verso il saggio gufo.
I tre cominciarono partirono subito.
Cammina cammina, arrivarono all'imbocco del sentiero principale, ma lo trovarono sbarrato: gli operai lavoravano per risistemare la strada che era diventata talmente malridotta che la annuale maratona, che passava di là, finiva con centinaia di contusi; per cui dovettero per forza di cose imboccare il sentiero dei rovi, detto così, guarda caso, per via dei numerosissimi rovi che costeggiavano la strada stretta e impervia. Dovettero passare in fila uno davanti all'altro, e la principessa si strappò la gonna, trasformandola in una secsissima mini che non dispiacque affatto ai due compagni di viaggi.
Una volta accorti del fatto, decisero che era più prudente che lei stesse avanti, anche perché spesso era necessario chinarsi per togliere alcuni oggetti dalla strada e la fanciulla era più atletica dei nostri due amici. Le motivazioni convinsero appieno la bella principessa, che acconsentì senza remore.

Cammina cammina, arrivarono al laghetto e vi si fermarono per riposare un po'; la notte stava scendendo e i tre non avevano un posto dove ripararsi, quando improvvisamente notarono riflessa nel lago una luce fioca, ma inconfondibile: era la piccola fiammmiferaia.
I due la conoscevano perché era stata loro ospite all'inizio della latitanza.
Dovete sapere, infatti, che la piccola era stufa di vendere fiammiferi per le strade: guadagnava poco ed era un lavoro poco stimolante. Così decise di allargare il business.
Andò nel bosco, dove cominciò a spacciare fiammiferi tra i piromani. Gli affari andavano a gonfie vele, finchè la forestale con cominciò ad interesarsi a lei, così dovette fuggire.
La piccola fiammiferaia li ospitò volentieri nella sua piccola grotta (ancora) che condivideva con un piccolo cinghiale, lui e la piccola erano diventati ottimi amici...
Lì passarono la notte, tra la piccola fiammiferaia che si svegliava ogni cinque minuti temendo di essere braccata dalla forestale e il cinghiale che russava come un cinghiale, da cui il nome...
La mattina, svegli ma non riposati, ripresero il cammino.

A ormai poca strada dalla grande quercia del saggio gufo incontrarono i 4 suonatori di Brema, reduci dal loro tour tra le fiere parrocchiali della zona, che ubriachi come delle simmie facevano delle avance alla povera principessa. Il canguro, da sempre loro fan, chiese immediatamente di poter cantare con loro "vorrei essere un pellicano”, il loro più grande successo. Tutti insieme intonarono la canzone; la principessa non aveva mai amato la loro musica, e si limitò ad aspettare che avessero finito.
A canzone conclusa, la principessa si sprimacciò il vestito e invitò i due a riprendere il cammino.

In poco tempo giunsero alla grande quercia, dove il saggio gufo viveva da tantiiiiiiiiiiiiiiiiiiiissimo tempo. I tre lo chiamarono battendo contro il tronco dell'albero e lo svegliarono: il gufo aveva fatto le ore piccole la sera prima ed uscì dalla tana con due occhi così; ci mise un po' per comprendere il problema della bella principessa, ma alla fine trovò la soluzione adatta: dopo aver scartato 5 modelli di tagliasigari e una motosega laser, il saggio gufo diede alla fanciulla un filtro che avrebbe fatto si che il ragazzo si innamorasse della panettiera, una povera ragazza che nessuno voleva e che avrebbe accettato sicuramente una proposta di matrimonio da un (quasi)nobile come l'amico del cugino della principessa.
Preso il filtro, i tre tornarono subito verso il castello, facendo una strada alternativa molto più veloce che per spirito di avventura non avevano scelto per l'andata.

Giunti a palazzo fecero chiamare il ragazzo, che già pregustava una notte infuocata con la principessa, mentre in realtà venne bloccato dal canguro e costretto a forza a ingurgitare il filtro. Poi si resero conto che avrebbero potuto tranquillamente metterglielo nel te delle cinque, ma ormai era fatto.
Al risveglio, il ragazzo corse dalla panettiera, e senza nemmeno conoscere il suo nome, le chiese di sposarlo.
Alle nozze la bella principessa conobbe il fratello della panettiera un uomo identico a quello che lei sempre immaginava durante le sue fantasie, col quale ebbe un'intensa storia di sesso sadomaso.

FINE
 
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