"L'aria che respira solitudine, il vento si è celato ai nostri corpi... E poi... Il cielo cominciò a piangere... Bagnando le nostre voci" (Shiva)

Non c'è gusto ad inventare racconti, se non c'è qualcuno che li legge.
Mi piace inventarli sul momento, e questo richiede necessariamente un ascolto/lettura immediati.
Per quanto siano totalmente assurdi e fuori da ogni logica, scriverli qua significherebbe togliergli qualsiasi tipo di emozione, rendendoli vuoti, privi di qualsivoglia attrattiva.
La loro bellezza sta nel costruirli attorno a chi legge, o ascolta, traendo ispirazione dai loro commenti, accontentandoli in alcuni momenti e spiazzandoli in altri.

Forse un giorno lo farò.

Vivo sospeso tra la realtà e un mondo fittizio solo mio.
E' una sensazione di instabilità, di assolutà precarietà, di attesa, e quando questo mondo fittizio crollerà schiacciato dal suo stesso peso, allora sarò veramente solo.